Ottobre 13, 2021

Ipertensione e alimentazione

L’ipertensione rappresenta uno dei più importanti fattori di rischio per la salute, in quanto concorre a determinare infarto, ictus, aneurismi cerebrali e complicazioni renali.

Migliaia di persone in tutto il mondo sono ipertese senza saperlo: questa patologia è spesso silente, non dà segno della sua presenza. Per questo motivo sarebbe bene tener monitorata la propria pressione, in particolare dopo i 50 anni: essendo spesso un problema silente, il monitoraggio costante è forse l’unico modo per rendersi conto di questo pericoloso fattore di rischio.

Per ipertensione si indica una condizione nella quale la pressione arteriosa è significativamente più elevata (valori pressori > 140/90mmHg) rispetto ai valori considerati normali (<115/75mmHg).

Per quanto l’ipertensione possa essere una condizione estremamente pericolosa, la soluzione è molto più semplice di quanto si possa pensare: nella maggior parte dei casi (circa l’80-90%) è sufficiente riequilibrare le proprie abitudini alimentari ed il proprio stile di vita per far rientrare i valori in un range di normalità.

Infatti, la cosiddetta ipertensione primaria si inserisce in un contesto di eccesso di peso e di sindrome metabolica: semplicemente correggendo la propria alimentazione e facendo attività fisica mirata è possibile ottenere una riduzione della pressione sia minima che massima tra i 5 e i 20 mmHg, senza la necessità di alcun intervento farmacologico.

L’ipertensione secondaria, dovuta a patologie gravi già in atto o ad effetti collaterali di farmaci, rappresenta solo il 10% dei casi totali, e non è risolvibile esclusivamente attraverso l’ottimizzazione della dieta.

L’ipertensione si correla quasi sempre ad un eccesso di peso corporeo, in particolare all’eccesso di grasso viscerale che l’uomo, tende ad accumulare per costituzione a livello addominale, ed è più a rischio di ipertensione della donna che risulta essere protetta dall’azione esercitata dagli estrogeni almeno fino all’arrivo della menopausa.

A tal proposito è bene ricordare che: un girovita inferiore a 102 cm nei maschi e a 88 cm nelle femmine è un fattore protettivo nei confronti di eventi cardiovascolari.

 

Negli anni ‘90 come migliore dieta contro l’ipertensione è promossa dal National Heart, Lung, and Blood Institute statunitense, la dieta DASH: un regime alimentare nato negli USA, , rimasto in testa alle classifiche americane 2010-2018.

Nel 2019, il primato è andato alla Dieta Mediterranea DASH è un acronimo che sta per Dietary Approaches to Stop Hypertension.

I punti cardine di questo regime alimentari sono:

  • Riduzione drastica del consumo di sodio
  • Consumo di abbondanti quantità di frutta e verdura, scegliendo in particolar modo i prodotti più ricchi di acqua (broccoli, finocchi, pomodori, spinaci, zucca; albicocche, ciliegie, mandarini e prugne); si dovrebbe evitare il consumo di minestre e verdure precotte; consentiti i minestroni e le verdure surgelate, ma con limitazione
  • Adeguato consumo di cereali integrali e legumi, prediligendo quelli a basso indice glicemico. Adeguato consumo di olio extravergine di oliva, pesce azzurro e frutta secca oleosa
  • Adeguato consumo di cibi contenenti buone quantità di magnesio e potassio ( zucchine, patate, fagiolini, agretti, asparagi, piselli, sedano, basilico, carciofi, avocado, banane, melone, pesca, albicocche secche, arancia, mela, prugne, fragole, pompelmo, anguria, olive)
  • Riduzione del consumo di carni rosse, carni grasse, zucchero bianco e dolci
  • Abolizione del consumo di cibi conservati in salamoia o sotto sale.
  • Abolizione del consumo degli alimenti affumicati
  • Consumo giornaliero di almeno 1,5-2 litri di acqua oligominerale.

Con la dieta Dash, nei soggetti ipertesi, la riduzione pressoria ottenuta (Sistolica/Diastolica è – 11,4/-5,5 mmHg) è quasi sovrapponibile a quella raggiunta con interventi farmacologici tra cui ACE-inibitori (-12 mmHg), beta bloccanti (-13 mmHg), Ca antagonisti (-16 mmHg).

E’ noto che livelli levati di pressione sanguigna sono correlati a livelli elevati di acido urico. Esiste una forte correlazione tra l’assunzione di fruttosio e l‘aumento della pressione sistolica, indipendente dall’obesità e in tutte le fasce di età.

Tra i benefici della dieta DASH, vi è anche quello di limitare bevande zuccherate e snack dolci ricchi di fruttosio e per questo di ridurre la pressione.

Argomento fortemente discusso è il ruolo patogenetico del sodio nel determinismo dell’ipertensione.

I primi studi fatti in America sulla riduzione del sale aggiunto agli alimenti non diedero i risultati sperati a causa dell’utilizzo da parte degli americani di cibi confezionati, precotti ed estremamente saporiti. Solo tempo dopo si riuscì a dimostrare la correlazione fra sodio alimentare ed ipertensione, anche se il beneficio di una sua riduzione dietetica è sempre maggiore negli americani rispetto agli italiani per i quali, la sospensione del sodio dalla dieta è risultata essere favorevole nella riduzione della pressione arteriosa compresa fra 8-20%.

E QUINDI DEVO TOGLIERE IL SALE? NO!!!!

Il corpo trattiene l’acqua quando il suo rapporto elettrolitico è sbilanciato in eccesso (FATE TROPPO CONSUMO DI SALE E PRODOTTI CHE CONTENGON SALE SENZA BERE adeguata quantità di ACQUA), ma anche in difetto (QUANDO BEVETE TROPPA ACQUA ED ELIMINATE completamente  IL SALE dalla dieta ).
PER MANTENERE UN EQUILIBRIO IDROELETTROLITICO, fate attenzione al sale nascosto, più che al pugnetto di sale da aggiungere e che potete dosare, mangiate sano e con alimenti che vengono dalla terra e non dallo scaffale e dal banco frigo, mantenetevi attivi, bevete il giusto.

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