Aprile 27, 2021
Endometriosi e alimentazione
Con il termine endometriosi si indica la presenza di tessuto endometriale al di fuori del contesto uterino correlato anche un’aumentata concentrazione di estrogeni circolanti.
Cosa scatena l’endometriosi ancora non è del tutto chiaro , ma sono ben note le conseguenze di questa patologia: lesioni e irritazione tissutale, infiammazione, formazione di cicatrici e sterilità (il 30-40% delle donne sterili soffre di endometriosi).
I sintomi possono variare sia come intensità sia come tipologia: la maggior parte delle donne che ne soffrono lamenta forti dolori pelvici e rettali che iniziano qualche giorno prima delle mestruazioni e si protraggono sino alla fine del ciclo.
In realtà, inizialmente si pensa di soffrire di colon irritabile in quanto i sintomi (stipsi alternata a dissenteria, meteorismo, gonfiore e distensione addominale)sono sovrapponibili.
In realtà la differenza sta nella cronicità del disturbo: in caso di colon irritabile i sintomi sono sempre costanti e risentono fortemente dell’alimentazione, mentre nel caso di endometriosi l’andamento è ciclico (i fastidi aumentano prima e durante il mestruo, per rientrare quasi completamente fino al ciclo successivo).
In alcuni casi l’endometriosi regredisce spontaneamente, mentre in altri casi è necessario agire con farmaci o con terapia chirurgica. La terapia farmacologica è principalmente volta ad inibire l’ovulazione, così da evitare i sintomi legati allo sfaldamento dell’endometrio.
Da un punto di vista alimentare, cosa si può fare?
Seguire un protocollo specifico per:
– Ribilanciare gli ormoni attraverso una dieta a basso carico glicemico;
– Migliorare i sintomi intestinali attraverso un protocollo low FODMAP;
– Diminuire l’infiammazione, limitando i dolori correlati, osservando i principi cardine di una dieta antinfiammatoria.
L’endometriosi è una patologia infiammatoria cronica: l’infiammazione è processo fisiologico del corpo volto all’eliminazione delle cause stesse di infiammazione con successiva riparazione dei tessuti danneggiati; quando l’organismo non riesce ad eliminare le cause dell’infiammazione, esse sono amplificate nel tempo e provocano la cronicizzazione del disturbo.
I mediatori della risposta infiammatoria sono le prostaglandine ; dal momento che i precursori delle prostaglandine sono gli acidi grassi essenziali, attraverso l’alimentazione è possibile fornire una prima modulazione della risposta infiammatoria: le prostaglandine anti-infiammatorie vengono prodotte principalmente dagli acidi grassi omega-3, mentre quelle pro-infiammatorie derivano essenzialmente dagli omega-6.
Si consiglia pertanto a chi soffre di endometriosi di aumentare il consumo di alimenti ricchi di omega-3 a fronte di una riduzione degli omega-6:
– Gli omega-3 sono contenuti in pesce, noci, erbe spontanee, olio di semi di lino.
– Gli omega-6 si trovano in oli vegetali di mais, di soia, di semi vari e nelle margarine. Questi prodotti sono ampiamente usati dall’industria alimentare ed è facile ritrovarli in merendine confezionate, cibi surgelati o da gastronomia, alimenti fritti (patatine, bastoncini di pesce e simili), prodotti da forno come crackers o schiacciatine, grissini, cereali da prima colazione, creme spalmabili, gelati confezionati, paste sfoglie.
In soccorso arrivano le etichette: se tra gli ingredienti leggete “oli vegetali” (anche se specificato “non idrogenati”) avete tra le mani una fonte di omega-6.
Cosa deve fare dal punto di vista alimentare una donna che soffre di endometriosi?
- Ridurre il consumo di prodotti a base di farina, come pane e pasta: le donne che soffrono di endometriosi sembrano avere una sensibilità maggiore al glutine. Perciò utilizzare farine e derivati naturalmente gluten free (ad esempio di riso, di castagne, di mais, di mandorla, di miglio, di grano saraceno). Preferite il riso, la quinoa, il miglio, le patate.
- Evitare le fonti di acido fitico, che aggravano i sintomi di endometriosi come la soia, alcuni tipi di cereali integrali ed alcuni legumi (potrebbero andar bene fave sgusciate, lenticchie decorticate e legumi privati della buccia, magari passati al passaverdure)
- Ridurre gli zuccheri, provenienti da qualsiasi fonte: zucchero bianco, zucchero di canna, miele in quanto promuovono l’infiammazione.
- Evitare la caffeina che peggiora i crampi e sembra avere un effetto sulla produzione estrogenica; ricordate che la caffeina è contenuta anche nel tè: una concentrazione bassissima nel tè verde bancha e nel tè bianco.
- Evitare la carne rossa e i latticini, poiché aumentano la risposta proinfiammatoria modulata dalle prostaglandine. Preferite carne bianca (pollo, tacchino, coniglio) e pesce ricco in omega 3 e uova.
- Consumare alcol con estrema moderazione: abbassa la funzionalità epatica, che è essenziale per rimuovere l’eccesso di estrogeni implicato nell’endometriosi.
- Evitare cibi fritti, oli vegetali, margarine e alimenti che ne contengono: promuovono le prostaglandine proinfiammatorie.
- Aumentare il consumo di alimenti ricchi di vitamina A, C ed E, coinvolte nella risposta immunitaria: fragole, kiwi, agrumi, peperoni, spinaci e vegetali a foglia verde scuro, olio extravergine d’oliva, salmone, tuorlo delle uova (biologiche o nostrane), infuso di rosa canina, semi di lino.
- Cercare di privilegiare alimenti ricchi di magnesio, che contribuisce a ridurre i crampi: cacao, semi di zucca e sesamo, anacardi, amaranto e grano saraceno.
- Aumentare il consumo di prodotti ricchi di antiossidanti, contenuti in generale in tutta la frutta e verdura, ma in modo particolare in mirtilli, melograno, frutti rossi, cavoli e soprattutto erbe aromatiche di qualsiasi tipo. Si può valutare un’integrazione di antiossidanti da papaya fermentata (è uno degli integratori che gode di maggiori studi scientifici a sostegno della sua efficacia).
- valutare un’integrazione di ferro, poiché le donne che soffrono di endometriosi possono avere un ciclo molto abbondante, che comporta un assottigliamento delle riserve di ferro. Un ottimo alimento naturale che apporta ferro è la melassa nera: un cucchiaio prima di colazione.
- Mantenete un peso corporeo adeguato poiché l’ endometriosi è caratterizzata da un eccesso di estrogeni, che vengono prodotti dal grasso. Se si ha un eccesso ponderale si producono più estrogeni, e si peggiora la sintomatologia.